martedì 6 febbraio 2007

Keef: suggestioni post-psichedeliche


Marcus Keef è il fotografo che agli inizi degli anni '70, con le sue suggestive copertine, inaugurò l'utilizzo artistico della tecnica dei "falsi colori" (usava pellicole ad infrarossi, oggi un risultato simile si può ottenere con programmi di elaborazione di immagini).
La sua campagna inglese pullula di alberi rosa che si stagliano verso minacciosi cieli rossi (Zior), per non parlare dei cactus gialli in riva a spettrali oceani neri come la pece (Indian Summer) o delle paludi melmose rese ancora più tetre dai tronchi scheletrici che vi sono immersi (Tonton Macoute).
Quando i colori non sono falsati, Keef punta invece su un effetto di "sospensione", sovraesponendo la fotografia e creando un alone di luce diffusa che evidenzia l'immobilità della scena ritratta (Fresh Maggots, Dando Shaft, Affinity, Nirvana). I coloratissimi personaggi del circo sono un'altra delle sue fonti di ispirazione, come dimostrano gli artwork dei dischi di Jimmy Campbell e dei Beggars Opera.
Sono firmate da Keef anche le più celebri copertine di David Bowie (The Man Who Sold the World), Rod Stewart (An Old Raincoat Won't Ever Let You Down) ed il primo Black Sabbath, quello con il mulino in riva allo stagno e la strega a farne gli onori di casa!
Keef continuò a lavorare sulle copertine fino alla metà degli anni '70, passando gradualmente ad uno stile più convenzionale ed anonimo per poi reinventarsi come regista di videoclip (ha lavorato soprattutto con Kate Bush).

Qui alcune gallerie (ovviamente solo la copertina di un 33 giri può rendere giustizia a questi scatti...):

Marcus Keef 1
Marcus Keef 2
Marcus Keef 3

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